L’identità di genere e’ uno dei fattori psicosessuali che insieme con l’identità sessuale, l’orientamento sessuale ed il comportamento sessuale, vanno a costituire, nel contesto generale della personalità, la sessualità dell’individuo.
L’identità di genere e’ la sensazione soggettiva e profondamente radicata che ognuno ha di essere uomo o di essere donna e che generalmente corrisponde al sesso biologico della persona.
Il disturbo dell’identità di genere esordisce nella prima infanzia, verso i 3-4 anni di età.
L’identità di genere si esprime attraverso un forte desiderio di appartenere al sesso opposto a quello biologico.
Vivere ed essere trattati come membri di tale sesso, ed il persistente disagio e senso di estraneità nei confronti del proprio corpo, persistono e si fanno più consapevoli in adolescenza e nell’età adulta.
Queste persone soffrono molto per la loro condizione e desiderano fortemente acquisire le caratteristiche anatomiche del sesso a cui si sentono di appartenere.
Affermano di essere nati nel corpo sbagliato, di sentirsi in esso intrappolati.
Attraverso l’abbigliamento, il trucco, l’uso di ormoni e il ricorso ad operazioni chirurgiche, questi soggetti cercano di adattare il loro sesso biologico al loro sesso psicologico.
Non esistono studi epidemiologici recenti e veramente completi che forniscano dati sulla prevalenza del Disturbo dell’identità di genere.
Le stime più attendibili si basano su ricerche effettuate soprattutto in Europa sui pazienti che richiedono l’intervento medico e chirurgico, e dalle quali emerge che circa 1 maschio adulto su 30.000 e 1 femmina adulta su 100.000 soffrono del disturbo.
E’ molto probabile che il fenomeno sia sottostimato.